Nei nostri articoli siamo soliti analizzare i giocatori migliori di una squadra (Catania e Siena per esempio), ma in questo caso abbiamo deciso di spulciare le formazioni dell'Inter tra il 2000 ed oggi. Abbiamo già
parlato dei giocatori peggiori della Juventus da inizio millennio ed ora ci occupiamo
di quelli dell'Inter.
BIDONI ALLA RISCOSSA!
Dopo un'estenuante riunione di redazione, abbiamo scelto 23 giocatori bidoni che avessero disputato almeno
3 partite con l'Inter, tra campionato e coppe.
Per il ruolo di attaccante c'è stato l'imbarazzo della scelta, in quanto molti giocatori che avevamo pensato (specialmente quelli che hanno militato nell'Inter ad inizio anni
2000) non sono potuti rientrare nella lista definitiva. Allo stesso modo, alcuni centrocampisti degli ultimi anni sono stati scartati, ma nella
lista dei bidoni di qualsiasi altra squadra sarebbero sicuramente stati annoverati.
Per rappresentare l'Inter di inizio millennio, abbiamo scelto lo schema di gioco
4-2-3-1, il più utilizzato da Frank De Boer nelle sue 14 partite con sole
5 vittorie (37% complessivo) alla guida dell'Inter. Ben poco, confrontato con il 62% di Mourinho ed il 58% di Mancini.
Per De Boer pochi mesi come allenatore dell'Inter, ma sufficienti a garantirgli la nomina di peggior allenatore nerazzurro del nuovo
millennio.
Allenatore: Frank (Franciscus) De Boer.
In panchina: Carrizo; Alex Telles, Bréchet, Macellari, Montoya; Kondogbia, Kharja, Maniche, Mariano
Gonzalez; Arnautovic, Obinna, Rocchi, Zarate.
Una parte dei giocatori ha militato nell'Inter ad inizi anni 2000, perciò risulterà ignota ai tifosi più giovani. Tuttavia, alcuni dei giocatori selezionati sono recenti ingaggi dll'Inter e
autori di poche e non indimenticabili partite in nerazzurro.
I TITOLARI
15. Fabián Carini, portiere uruguaiano, nato a Montevideo e giunto all'Inter in cambio di Fabio Cannavaro durante l'estate del 2004 in uno degli scambi di calciatori più strani
ed incomprensibili (persino peggio di Cannavaro-Guglielminpietro). Per lui 4 presenze e 3 gol subiti in Serie A in nerazzurro, poi un lungo peregrinare tra
Cagliari, Real Murcia, Atletico Mineiro, Uruguay ed Ecuador.
Di lui si ricordano solo gli juventini perché permise l'arrivo di Cannavaro...
31. Álvaro Pereira, terzino uruguaiano, nato a Montevideo e arrivato all'Inter con un ottimo curriculum maturato nel Porto e al CFR Cluj in
Romania. Acquistato per 10 milioni di Euro, disputò in nerazzurro due stagioni tra gennaio 2012 e gennaio 2014, senza lasciare alcun segno tangibile. Molti interisti lo ricordano per i tanti
cross sbagliati e per un unico gol contro il Chievo. Se però in poco più di trenta partite in nerazzurro non ha convinto, al suo ritorno in Sud America ha fatto anche peggio, con
questo goffo autogol.
L'amore tra Inter e Pereira non è mai sbocciato.
16. Gonzalo Sorondo, difensore uruguaiano, nato a Montevideo e giunto a Milano come un carneade nell'estate del 2003. Un anno disastroso in nerazzurro, poi i prestiti
allo Standard Liegi e al Crystal Palace, dove è stato riconfermato una volta scaduto il contratto con l'Inter. Nelle 11 presenze in Serie A, Sorondo ha
collezionato solo dormite difensive e poche prestazioni degne di nota. Oggi si è ritirato dal calcio giocato e nell'immaginario collettivo è tuttora un carneade.
Talmente bidone, da dimenticarsi chi fosse.
24. Nelson "Tyson" Rivas, difensore colombiano, nato a Pedrera e muscolarmente più simile a un lottatore che a un calciatore. Per questo motivo il giovane Nelson è stato
soprannominato sin dalla gioventù Tyson, in onore del pugile statunitense Mike Tyson. Sul campo poche soddisfazioni e nonostante l'amicizia con il compagno di reparto e
nazionale Ivan Córdoba, le doti da difensore centrale non sembravano adeguate per ricoprire un ruolo da titolare nell'Inter. Il suo talento non si è mai visto appieno a Milano,
complice un grave infortunio occorsogli a fine 2008, dopo il quale i nerazzurri hanno deciso di prestarlo a Livorno e Dnipro, in Ucraina.
Più male che bene, ma l'infortunio lo ha penalizzato.
24bis. Vratislav Gresko.
16bis. Gaby Mudingayi, centrocampista congolese, nato a Kinshasa, forte fisicamente e tra i migliori incontristi della Serie A negli anni intorno al 2010. Esordiente al
Torino nel 2004, poi gagliardo nella Lazio e al Bologna. Arriva all'Inter con aspettative da panchinaro, ma con la chance di farsi notare in
campionato e nelle coppe, allorché la sua presenza veniva richiesta per far periodicamente riposare alcuni titolari del centrocampo. Nessun gol con l'Inter, né tantomeno alcuna prestazione di
livello.
Senza lode, senza infamia.
25. Vampeta.
11. Luis Jiménez.
20. Rubén Botta, trequartista argentino, nato a San Juan ed arrivato all'Inter come svincolato dal Club Atlético Tigre, dopo aver triangolato (pratica
alquanto diffusa in questi ultimi 15 anni) a Livorno, senza peraltro mai disputare un match con i labronici. All'Inter non si ambienta e ha a tratti ricordato il ben più noto
sudamericano Álvaro Recoba, ma solo per la difficoltà di valutare la sua posizione in campo. Poche presenze in nerazzurro, poi una stagione mediocre al Chievo,
dopodiché la cessione - con plusvalenza - ai messicani del Pachuca.
Giocatore misterioso, un po' come il suo ruolo in campo.
7. Ricardo Quaresma, ala portoghese, nato a Lisbona e soprannominato Ciganito (piccolo zingaro), per le sue origini zingare. E' il più talentuoso tra i giocatori di
questa lista e forse uno dei calciatori tecnicamente più forti che abbia giocato in Serie A dall'anno 2000. A livello mondiale è conosciuto per i due colpi più classici del suo repertorio: la
rabona (tiro con i piedi incrociato) e la trivela (tiro di pieno esterno piede).
All'Inter si presenta alla grande, realizzando un gol (peraltro l'unico) contro il Catania con un'indimenticabile trivela. Disputa delle partite con rendimento molto altalenante - altra sua caratteristica - e viene prestato per pochi mesi al
Chelsea nel 2009. Torna nell'estate dello stesso anno all'Inter e gioca una stagione da rincalzo, vincendo però la Champions League.
Pagato tanto, troppo: quasi un milione di Euro per match di Serie A disputato.
9. Diego Forlán, centravanti uruguaiano, nato a Montevideo e giunto nel 2011 all'Inter dall'Atletico Madrid, ma dopo aver imboccato il viale del tramonto. Il suo
palmarès è di tutto rispetto e al tempo i tifosi lo ritennero ideale sostituto del partente Samuel Eto'o. In nerazzurro gioca poco e male, senza mai ambientarsi al calcio
italiano, nel quale le difese lasciano meno spazio rispetto a quelle spagnole. Dopo una sola stagione a Milano viene ceduto all'Internacional di Porto Alegre in
Brasile, suscitando qualche rimpianto nei tifosi interisti, che si aspettavano di vedere in lui il centravanti capace di impressionare il pubblico iberico e di vincere il titolo
di pichichi della Liga spagnola.
E' solo arrivato troppo tardi all'Inter.
LA PANCHINA
Le riserve scelte per questa squadra sono di talento ed esperienza internazionale e per molti aspetti negativi pienamente sostituibili ai titolari delineati. I nomi più noti a livello europeo
sono Alex Telles, Montoya e Kondogbia. Maniche, Mariano Gonzalez e Mauro Zarate erano attesi
a grandi performance nell'Inter, ma hanno totalmente disatteso le aspettative dei tifosi. Macellari, Rocchi e Obinna hanno dimostrato buone doti
in altre squadre in Serie A, mentre all'Inter sono stati dei fragorosi flop.
MENZIONI SPECIALI
L'analisi delle formazioni dell'Inter di inizio millennio mi ha fatto tornare alla mente un giocatore sfortunato, che a causa di problemi cardiaci non ha potuto mai esordire in maglia nerazzurra:
il talentuoso senegalese Khalilou Fadiga. Prelevato nell'estate del 2003 dall'Auxerre dopo essersi messo in mostra l'estate precedente al Mondiale
di Corea e Giappone, il giovane centrocampista è stato forzatamente messo ai margini della rosa dell'Inter, a causa di alcuni problemi cardiaci.
Tuttavia, tali problemi hanno solo frenato la sua carriera, ma non lo hanno obbligato al ritiro.
Chissà come avrebbe giocato nell'Inter e in Serie A...
CONCLUSIONI
L'Inter è una squadra piena di fantasia e con un pubblico tanto caloroso quanto esigente. Gli anni 2000' sono stati pieni di successi e la mentalità vincente instillata nei
giocatori dapprima da Roberto Mancini, poi da José Mourinho ha permesso ai nerazzurri di vincere numerosi scudetti e trofei internazionali.
La crisi della Juventus degli anni 2006-2011 ha favorito l'ascesa della squadra milanese, che con un'ottima progettualità ed acquisti mirati ha saputo creare una squadra fortissima, con giocatori
di grande talento.
Alcuni dei giovani dell'Inter di quegli ultimi anni sono diventati importanti giocatori del campionato italiano, come Leonardo Bonucci, Mattia Destro,
Davide Santon e Mario Balotelli. Alcuni giocatori con grandi potenzialità, ma non ancora affermati a livello internazionale sono diventati campioni in
nerazzurro, come ad esempio Julio César e Diego Milito, mentre per Esteban Cambiasso e Dejan Stankovic l'Inter è stata
l'occasione di rilancio.
Gli anni 90' dell'Inter sono stati negativi dal punto di vista delle vittorie degli scudetti, ma hanno instillato alla dirigenza del tempo la necessità di acquistare calciatori forti per
realizzare un progetto vincente. Ibrahimovic e Vieira, transfughi della Juventus penalizzata da Calciopoli sono stati due dei principali
protagonisti delle vittorie degli anni 2000, mentre Eto'o, Sneijder e Samuel sono stati determinanti per dar esperienza al gruppo che avrebbe
vinto la Champions League nel 2010.
Nello scrivere questo articolo, la redazione si è sbizzarrita nel proporre nomi di bidoni dell'Inter del nuovo millennio e forse come con nessuna altra squadra abbiamo avuto una così grande
abbondanza di calciatori da citare come fallimenti in nerazzurro. Questa follia nelle scelte societarie e la predilezione nei confronti di carneadi e di fantasisti di
talento da dimostrare giustifica l'inno della squadra: pazza Inter, amala!
Autore: Gianmaria Borgonovo